RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - L’antipasto delle inchieste al G8 di Genova

Genova, 25 febbraio 2010

GLI APPALTI CONTESTATI PER I CATERING DEL SUMMIT 2001
L’antipasto delle inchieste al G8 di Genova
Nel mirino c’era la società del genero di Letta

MARCO MENDUNI

La storia si ripete. Tale e quale: procedure d’emergenza, appalti a discrezione, mani libere sulle spese e sulle scelte. Si ripete identica da un G8 italiano all’altro: da quello di Genova del 2001 a quello dell’Aquila del 2009. Persino alcuni protagonisti sono gli stessi. Ma la conclusione giudiziaria dell’inchiesta sul summit genovese (quella sull’organizzazione di alcuni eventi, che finì a Roma) partorì un nulla di fatto.
Un’archiviazione che getta una luce sinistra su quel che potrà accadere a quella dei magistrati fiorentini sulle Grandi Opere. E anticipa la linea difensiva di arrestati e indagati.
Anche il G8 genovese, infatti, fu percorso da furibonde polemiche sull’affidamento di alcuni lavori e incarichi. Mal’esposto finì per arenarsi nelle secche di una normativa blindata e a prova di indagini. La legge sul G8 di Genova permetteva, in nome della riservatezza e della sicurezza degli ospiti internazionali, la massima discrezionalità negli appalti e negli incarichi. Così al magistrato romano Giancarlo Amato non rimase altra scelta: archiviare tutto.
Stesso modo di operare, stessi protagonisti. A partire dalla società Relais le Jardin. Alta cucina prêtàporter, come spiega il sito internet. Super specializzata in catering per grandi eventi. Ha curato la ristorazione del G8 dell’Aquila. E anche di quello di Genova. È la società del genero di Gianni Letta. Roberto Ottaviani ha sposato la figlia del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ottaviani è anche titolare di un albergo, il Lord Byron, ai Parioli, quartiere vip della Capitale. Ha lavorato per la Protezione Civile, nella sua competenza sulle Grandi Opere, ma anche per il Quirinale e la presidenza del Consiglio. Inciso: ieri la Protezione Civile ha emesso un lungo comunicato per spiegare come le gare per la fornitura dei pasti ai Grandi per il G8 dell’Aquila si sono svolte regolarmente.
Relais le Jardin lavora spesso di concerto con la società Triumph di Maria Criscuolo, 47 anni, una laurea in scienze politiche, presidente del gruppo leader nell’organizzazione di grandi eventi in Italia. Nell’aprile 2008 la Triumph vince l’incarico di consulenza alla Protezione Civile per il G8, che all’epoca era previsto si svolgesse ancora alla Maddalena.
Per il summit di Genova 2001 la Triumph si era occupata della pianificazione, dell’accoglienza e delle cene dei capi di Stato. E qui era esplosa la polemica, in particolare sulle assegnazioni alberghiere. C’erano state due offerte di società genovesi, la Promo Est e l’Ati, un’associazione temporanea di imprese. La scelta cadde sulla Promo Est. Ma tre settimane dopo la “struttura di missione” decise di gestire tutto in proprio. Anche il sistema di prenotazione passò alla Triumph. Isabella “Susy” De Martini, assistente del ministro plenipotenziario Achille Vinci Giacchi, inviò un esposto alla magistratura.
Le cene, appunto. Anche in quell’occasione Relais le Jardin l’aveva spuntata. Mentre le strade erano percorse da violenze, saccheggi e morte, a tavola andò tutto bene. Tanto che fu Maria Criscuolo a ricordare con orgoglio, in un’intervista al Corriere della Sera nel novembre 2001, che «il presidente francese Chirac si smarcò dalle guardie del corpo per fare i complimenti: Madame, è stata una magnifica padrona di casa». A confermare che la relazione tra la sua società e la Relais era strettissima.
Ma la comparsa in campo di Relais le Jardin fece saltare la mosca al naso a Filippo Mancuso. È il 2003 e l’ex ministro della giustizia del Governo Dini sbalzato di sella nel 1995, entrato in rotta di collisione con Forza Italia, nelle cui fila era stato eletto deputato nel ‘96 e nel 2001, attacca frontalmente con un’interrogazione parlamentare. «Questa società ha vinto anche l’appalto per il G8 di Genova. Quali rapporti ha questa società con il sottosegretario Letta?».
La risposta: «L’organizzazione dell’evento è stata curata dal capo del dipartimento della Protezione civile commissario delegato nel pieno rispetto della legge». Letta non ha avuto alcun ruolo. Mancuso va giù durissimo: «Il dottor Letta è uno dei quattro potentati di questo paese, dei detentori occulti del paese, gli altri essendo il dottor Gifuni, Previti ed il capo della polizia (Gianni De Gennaro, ndr), da voi considerato inamovibile. Siete legati in un cerchio dal quale non trasparirà mai nulla! Ma questo “giardino” è una putredine che nasconde un deserto di amoralità finora impunito».